Konnichiwa a tutti.
Continuano gli articoli dedicati alle vostre esperienze o aspettative sul paese del sol levante , oggi tocca a Frank , buona lettura.
ASPETTANDO IL GIAPPONE
Arriva un momento nella propria vita nel quale si ha voglia di alzare un po'. l'asticella. Perché non dimostrare qualcosa a se stessi? Partire sarebbe stata la sfida adatta. Ma dove andare?
Il Giappone è sempre stato lí, anzi, laggiù, eppure non me ne sono mai curato troppo, l'ho amichevolmente ignorato, preferendo mete più main stream.
Determinante è stato scoprire che le toilette sono dotate dei famosi spruzzi e della tavolozza riscaldata. È stato amore. Perché da una cosa così stupida si capiscono tante cose. Da quel momento è stato tutto un crescendo di entusiasmo e ammirazione. Leggendo articoli e guide ho capito che nessun posto sarebbe stato più adatto, più attraente. Non dico in termini assoluti, ma per me, in questo momento della mia vita.
Il Giappone, mi aspetto, sia il posto più vicino per andare lontano dalle nostre certezze occidentali. I voli sono abbordabilissimi se fatti in tempo. E ho deciso.
Con chi andare? Ho sempre desiderato fare un viaggio in solitaria, però poi mi sono detto che una volta lí avrei voluto condividere la sveglia all'alba per Tsukiji con qualcuno, e non solo quella.
Bè non qualcuno a caso, ed è così che ho chiesto alla mia fidanzata di seguirmi. Non è stato difficile convincerla ma c'erano alcune incertezze sulle sue ferie che si sono poi risolte da sole.
Quindi, fine Luglio si parte, in mezzo ci sono ancora due mesi pieni di studio universitario e soprattutto di studio di viaggio. Sulla mia scrivania si accumulano guide, opuscoli e giornali. Cosí anche la mia cronologia sul computer inizia a essere troppo prevedibile. Leggo, ma non voglio vedere troppe foto per non influire sulle mie aspettative. Ho anche approfondito la mia storica passione per il Cinema, colmando alcune lacune (e alcuni mattoni) imprescindibili (Ozu fra tutti, poesia allo stato puro).
Quando si è interessati a qualcosa, si è molto più recettivi a tutti gli stimoli esterni, non faccio altro che sentir parlare di Giappone. Ed è positivo certo, ma è anche negativo, perché sembra che tutti vadano lí quest'anno, e non vorrei ritrovarmi sulla metro di Tokyo con accanto qualche torinese alle prese con una cartina stropicciata, o nella foresta di bambú con un romano Lacostato. Io sono metà torinese e metà romano, per intenderci, quindi potrei semplicemente incontrare me stesso.
Itinerario "classicone" Tokyo, poi Kyoto e Hiroshima, una notte sul monte Koya e una notte a Yokohama, per riavvicinarsi all'aereoporto e tornare a casa. So già che tutto passerà troppo velocemente.
Le cose belle passano velocemente. Questa sí, era un po' banale come frase, concedetemela lo stesso.
Grande conquista è stato poi convincere la mia compagna di viaggio a passare una notte in un capsula hotel: "praticamente sarebbe...mmm, beh sarebbe bello provare....provare l'esperienza di dormire in un... in un capsula hotel!" E lei:"Tu sei matto!" Il giorno dopo abbiamo prenotato. Se non è amore questo!
Altro indiscusso protagonista sarà il caldo torrido, lo temevo, non sapendo come fare a sopportarlo senza gli originali consigli che ogni estate ci propinano i telegiornali Italiani. Ma poi mi son detto che nella nazione dei treni proiettile non farò fatica a trovare un po' di sollievo all'ombra di un...condizionatore sparato.
Ma cosa mi attira veramente del Giappone? Me lo sono chiesto e mi sono risposto che probabilmente sono attratto dal loro "folclore tecnologico", dallo spazzolino con il dentifricio incorporato, dai furgoncini bianchi, dai distributori di bevande con le lucine e dall'uso insistente del legno smaltato e della radica, segno di un progresso datato, anni ottanta-novanta.
Si certo, poi i templi, la natura, gli onsen, etc..
Discorso a parte per quanto riguarda la gastronomia. Premetto che detesto il sushi, o quel surrogato italo-cinese che ci propinano ogni 100 metri nelle nostre città. Forse, in fondo, detesto solo il fenomeno mondano che ha contaminato prima l'elite milanese e ora sfama perfino la provincia più squallida. So bene come la cucina giapponese sia molto più variegata di così, ma provate a spiegarlo all'amica sushi-drogata della vostra fidanzata, che, seduta a cena di fronte a voi, continua a parlare, parlare, parlare, bla bla bla....
Durante questo viaggio non mi porrò nessun limite alimentare e sono sicuro che perfino il sushi, mangiato lí, avrà tutto un altro sapore.
Avrete senz'altro capito che le mie aspettative sono alte, questo è sicuramente pericoloso, perché sarà facile rimanere delusi, ma nel frattempo sto vivendo queste settimane di preparazione con l'entusiasmo di un bambino la mattina di Natale. La verità è che ho iniziato a viaggiare in Giappone da quando ho letto il primo paragrafo di una vecchia guida che ho trovato in casa. Con la mente e con l'immaginazione, senza scali, è un po' come fossi già la.
Buon viaggio.
Quindi, fine Luglio si parte, in mezzo ci sono ancora due mesi pieni di studio universitario e soprattutto di studio di viaggio. Sulla mia scrivania si accumulano guide, opuscoli e giornali. Cosí anche la mia cronologia sul computer inizia a essere troppo prevedibile. Leggo, ma non voglio vedere troppe foto per non influire sulle mie aspettative. Ho anche approfondito la mia storica passione per il Cinema, colmando alcune lacune (e alcuni mattoni) imprescindibili (Ozu fra tutti, poesia allo stato puro).
Quando si è interessati a qualcosa, si è molto più recettivi a tutti gli stimoli esterni, non faccio altro che sentir parlare di Giappone. Ed è positivo certo, ma è anche negativo, perché sembra che tutti vadano lí quest'anno, e non vorrei ritrovarmi sulla metro di Tokyo con accanto qualche torinese alle prese con una cartina stropicciata, o nella foresta di bambú con un romano Lacostato. Io sono metà torinese e metà romano, per intenderci, quindi potrei semplicemente incontrare me stesso.
Itinerario "classicone" Tokyo, poi Kyoto e Hiroshima, una notte sul monte Koya e una notte a Yokohama, per riavvicinarsi all'aereoporto e tornare a casa. So già che tutto passerà troppo velocemente.
Le cose belle passano velocemente. Questa sí, era un po' banale come frase, concedetemela lo stesso.
Grande conquista è stato poi convincere la mia compagna di viaggio a passare una notte in un capsula hotel: "praticamente sarebbe...mmm, beh sarebbe bello provare....provare l'esperienza di dormire in un... in un capsula hotel!" E lei:"Tu sei matto!" Il giorno dopo abbiamo prenotato. Se non è amore questo!
Altro indiscusso protagonista sarà il caldo torrido, lo temevo, non sapendo come fare a sopportarlo senza gli originali consigli che ogni estate ci propinano i telegiornali Italiani. Ma poi mi son detto che nella nazione dei treni proiettile non farò fatica a trovare un po' di sollievo all'ombra di un...condizionatore sparato.
Ma cosa mi attira veramente del Giappone? Me lo sono chiesto e mi sono risposto che probabilmente sono attratto dal loro "folclore tecnologico", dallo spazzolino con il dentifricio incorporato, dai furgoncini bianchi, dai distributori di bevande con le lucine e dall'uso insistente del legno smaltato e della radica, segno di un progresso datato, anni ottanta-novanta.
Si certo, poi i templi, la natura, gli onsen, etc..
Discorso a parte per quanto riguarda la gastronomia. Premetto che detesto il sushi, o quel surrogato italo-cinese che ci propinano ogni 100 metri nelle nostre città. Forse, in fondo, detesto solo il fenomeno mondano che ha contaminato prima l'elite milanese e ora sfama perfino la provincia più squallida. So bene come la cucina giapponese sia molto più variegata di così, ma provate a spiegarlo all'amica sushi-drogata della vostra fidanzata, che, seduta a cena di fronte a voi, continua a parlare, parlare, parlare, bla bla bla....
Durante questo viaggio non mi porrò nessun limite alimentare e sono sicuro che perfino il sushi, mangiato lí, avrà tutto un altro sapore.
Avrete senz'altro capito che le mie aspettative sono alte, questo è sicuramente pericoloso, perché sarà facile rimanere delusi, ma nel frattempo sto vivendo queste settimane di preparazione con l'entusiasmo di un bambino la mattina di Natale. La verità è che ho iniziato a viaggiare in Giappone da quando ho letto il primo paragrafo di una vecchia guida che ho trovato in casa. Con la mente e con l'immaginazione, senza scali, è un po' come fossi già la.
Buon viaggio.
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